venerdì 17 ottobre 2014

Il Read Along: quando, dove e perché partecipare.

Due paroline sul Read Along.
All’inizio ero molto, molto scettica.
Avendo i minuti contati per fare tutto, spesse volte la lettura di un libro deve incastrarsi in momenti rubati tra un impegno e l’altro, in modo molto disordinato e con l’effetto “risucchio” (specie se trattasi di un libro da cui non ci si riesce a staccare). Chi di noi non ha mai pensato almeno una volta “vabbè, un altro capitolo e poi basta per stanotte?” (sempre più di rado, ultimamente. Purtroppo.)
Bene, se vi riconoscete nella descrizione del lettore tipo di cui sopra, allora il Read Along è un’esperienza da provare.
Analizziamo i fatti:
1)     Minuti contati: malissimo. All’interno di una giornata è necessario ritagliarsi il proprio spazio SEMPRE (lo dice una che non lo fa quasi mai). Ci serve per ricaricarci, per staccare, per far sì che gli altri si stacchino da noi e capiscano che non siamo robot. Il Read Along è un appuntamento con le amiche. È quel caffè che nemmeno si ha tanta voglia di prendere, ma che rappresenta la scusa perfetta per fare quattro chiacchiere, scambiarsi opinioni, semplicemente rilassarsi. È un momento per noi, quello che scegliamo di condividere con chi vogliamo.
2)      Effetto “risucchio”: fa male pure questo. Tirarsi un libro in un respiro può essere affascinante (per lo più stressante. Specie se a notte fonda cercate ancora di decifrare le parole), ma non necessariamente è indice di gradimento. Alcuni libri possono farsi pure leggere rapidamente, ma poi lasciano ben poco. Il Read Along, fatto come si dovrebbe, disciplina il lettore. Fermarsi un giorno a riflettere sulla tappa raggiunta, insieme ad altri lettori che sono al vostro stesso punto, non è solo un momento di condivisione, ma un’occasione di crescita. A ben vedere, ogni volta che ci imbattiamo in un punto di vista diverso dal nostro, cresciamo. Anche se non siamo concordi, anche se dissentiamo. Alla base di tutto c’è la riflessione e un cervello pensante è un cervello attivo, critico, consapevole.

OK, ma se il libro che è stato scelto non mi piace?
Non partecipate. O lo fate e spiegate le vostre motivazioni. O aspettate il prossimo.
Il mio primo Read Along è stato una sorpresa sconvolgente. Si parte da un commento o da una citazione del libro e si attraversano tutte le gradazioni di conoscenza virtuale fino a scoprire che un altro lettore su quel punto che voi avete tanto amato, magari ha pianto perché gli ha rammentato un ricordo del passato. E allora qualche ricordo sovviene anche a voi e, nel clima di complicità che si instaura, potreste volerlo condividere, o anche no.
Il punto non è sapere i fatti degli altri. Il punto è che quella che normalmente sarebbe un’esperienza solitaria si trasforma in un’attività corale. E che vi divertirete.
Questo è il motivo per cui mi sento di consigliarvi caldamente di partecipare a un Read Along ideato e condotto da Annachiara, del blog Please Another Book.
Non ha importanza che libro scegliate, è importante come vi ponete.
Non ci sono obblighi particolari, ma scoprirete che è stupendo scorrere le notifiche di Goodreads è riconoscere in un lettore lo stesso vostro banner nello status, oppure aprire facebook e trovare citato quello stesso passaggio che ha tanto colpito anche voi, o scoprire che Mirya è stata bannata perché spoilera i finali a tutti dopo 34 minuti dall’inizio della lettura.
Ecco, il 20 ottobre le meravigliose donne della Banda dei Read Along, capeggiate da Annachiara, daranno l’avvio al #PABTrevRA (acronimo di Please Another Book Trevor Read Along) a cui potete partecipare tutti, anche in corso d’opera.
Vi va?
Mi auguro di sì.
E allora che aspettate?
Andate qui e leggete il regolamento!



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