venerdì 25 novembre 2011

A volte, ritornano. Altre, no.

Il due settembre a mio suocero è stato diagnosticato un tumore al polmone, metastatizzato. In pochissimo tempo, nella nostra totale impotenza, abbiamo visto il nostro caro deperire fino a diventare quasi uno scheletro. A metà di questo mese, è deceduto. Non provo nemmeno a descrivervi il profondo dolore che ha colpito mio marito, me e tutta la nostra famiglia, ma non è questo il punto. Il punto è che quando una persona cara si ammala gravemente, specie in questo tipo di patologie, l’afflizione colpisce l’intera famiglia.
Il tumore è una malattia familiare.
In una reazione a catena, anche i miei figli ne hanno risentito, essendo io costretta spesso al letto di mio suocero, per riuscire a dare sollievo a mio marito, impegnato con suo padre quasi ventiquattrore al giorno.
Circa un mese fa, mia madre ha riportato una frattura all’omero in seguito ad una caduta, e gli impegni a cui la mia famiglia è stata sottoposta si sono raddoppiati nell’arco di un istante.
Ho temuto che lo stato di sconforto in cui ero piombata avrebbe allungato le proprie spire, spingendosi in profondo dentro di me. Ho avuto il terrore di mettere nero su bianco le mie emozioni, fosse anche nel proseguire Una sera, per la paura che il vuoto che sentivo dentro potesse venir fuori e contagiare tutto il resto. In circostanze come queste ho imparato, purtroppo molto presto nella mia vita, ad anestetizzare il cuore per andare avanti. E’ come se mi fossi lasciata soggiogare dal “Turn it off” di Klaus. Ogni energia l’ho riservata a questo momento così difficile per la mia famiglia, so che mi capite. Se vi può consolare, tutte le mie attività si sono azzerate per due mesi e mezzo, e la scrittura è stata la rinuncia più dura che mi sono imposta.
Voglio ringraziare tutti voi per la pazienza che avete dimostrato.
La maggior parte ha compreso che mai vi avrei sottoposto ad un’attesa così lunga se non fossi stata davvero impossibilitata ad aggiornare e a voi vanno i ringraziamenti più sentiti per il rispetto che mi avete mostrato con il vostro silenzio.
Alle amiche che mi hanno scritto, telefonato, sostenuto e cercato di distrarre vorrei saper descrivere in maniera appropriata il beneficio che ne ho tratto. Temo sempre di dimenticare qualcuno, quindi non faccio nomi, ma so che state leggendo questo post e vorrei che sentiste il mio abbraccio su di voi. Grazie :*
A Camilla non so cosa dire. Nonostante le sue preoccupazioni personali, ha trovato sempre il tempo per due inutili e, contemporaneamente, fondamentali chiacchiere per lasciarmi sfogare e riportare lo stress a livelli accettabili. Sei un’amica davvero :****
Ho, tanto per cambiare, ciarlato fin troppo, ma sopportatemi per qualche altro rigo.
  1. Non fate affidamento sulle due settimane circa che avevo come frequenza di aggiornamento in passato: non so se riuscirò a rispettare più questi tempi. Posterò quando potrò, ma soprattutto pubblicherò solo quello che riterrò all’altezza della storia che ho scritto fino ad ora. Lo devo a me stessa prima che a voi
  2. Una sera, per caso avrà una conclusione e sarà pubblicata su EFP e sul forum di Twilighters Italia. Se anche mi dicessero, oggi, che questa storia dovesse essere pubblicata nell’editoria domani (lol), la concluderei e pubblicherei ugualmente sulle piattaforme che ne hanno visto i natali. Questo lo devo a voi, prima che a me.
  3. Non manca molto alla fine (lo sento, il coro dei “meno male!” -.-‘). La trama in origine prevedeva un piccolo excursus che ho deciso di eliminare per non distogliere l’attenzione dal filo portante della storia. Non so quantizzarvi i capitoli che restano (recentemente sono ancora più logorroica del solito, meh), ma sono sei o sette. Di sicuro, meno di dieci. Ci saranno degli extra.
Ora ho davvero detto tutto.
Alla prossima XD

giovedì 27 ottobre 2011

Spoiler cap. 33

Sono viva (per chi avesse avuto qualche dubbio in questi giorni), solo enormemente impegnata.
Formalizzo lo spoiler dato su twitter inserendolo anche qui, in aggiunta ad altri due spoilerONI *inediti*.
Vorrei darvi una data per l'aggiornamento, ma, credetemi, mi è impossibile davvero. Spesso non sono in casa, ma tra ospedali e letti di ammalati, quindi, sul serio non posso essere nemmeno un minimo affidabile.
Il capitolo è a tre quarti della sua stesura, finalmente ha ingranato e merita un bel lavoro di cesello, perchè sarà ricchissimo.

Abbiate tanta pazienza, so di chiedervi tanto, ma non avrei mai creduto di trovarmi un domani *recente* in situazioni personali così critiche. Lo so, ho peccato di superbia ;)


Spoiler 1 (dal Pov Bella):
"«Spero che abbia trovato appropriata la nostra area dedicata ai bambini, Isabella. Può tranquillamente esporre le sue lamentele alla fonte, in caso contrario». Mentre parla, con agilità sistema la sedia al tavolo. Capisco d’un tratto come tutto, la disposizione dei posti e del tavolo, non sia casuale: l’arrivo della sedia a rotelle è passato inosservato, poiché dirottato in un piccolo corridoio laterale da cui si accede direttamente al tavolo, risparmiando all’anziano un’inutile sfilata di moda nel mezzo della sala e il suo posto è proprio perpendicolare al suddetto corridoio.
«Assolutamente sì. Il suo albergo è eccezionale sign… ehm … Conrad.»"

Spoiler 2 (dal Pov Bella):
"In me inizia a farsi strada l’irresistibile desiderio di un contatto fisico, il che mi rende intimamente languida e nel contempo, tesa per la delicatezza della situazione, con mio figlio a pochissima distanza e il proprietario dell’albergo – il cui sguardo sembra essere dotato di capacità radiologiche – al nostro stesso tavolo.
Sono solo pochi minuti, eppure abbastanza da portare i miei nervi al punto di rottura, quelli che trascorrono in questa schermaglia silenziosa.
Quando il mio sguardo si aggancia come un uncino sulla striscia di carne avvolta dal colletto della camicia e della cravatta, entrambi neri, di Edward, sono appena vagamente consapevole di aver spinto la punta della mia lingua tra le labbra, rendendomi conto della cosa solo nel momento in cui lui blocca la frase che stava pronunciando a metà e punta gli occhi sulla mia bocca.
Avvampo rapidamente come una torcia umana e scatto in piedi.
«Ehm … uhm … io andrei ad … incipriarmi il naso. Vogliate scusarmi.» Sposto rumorosamente indietro la mia sedia e lui mi imita immediatamente, alzandosi a sua volta in un gesto cavalleresco.
«Permettimi di accompagnarti» sussurra con voce ferma, ma arrochita, mentre io già sto avviandomi al separé che cela le toilette."

Ultimo, ma importantissimo, la canzone per la quale le mie manine prudono incessantemente ...
Come Home - OneRepublic & Sara Bareilles

Grazie, amici :*

mercoledì 21 settembre 2011

Spoiler cap 32

Ringraziarvi della pazienza che avete portato per tutto questo tempo, quasi mi sembra ridicolo. Vorrei potervi spiegare i meccanismi contorti del mio cervellino allucinato che, chissà perché, a questo giro s’era convinto che fosse necessario inserire l’impossibile nel capitolo.
Ad ogni modo, senza portarla per le lunghe, ieri notte ho deciso che trentotto pagine fossero davvero troppe e mi sono fermata.
Cercherò di postare domani, nel pomeriggio.
Spero …
Nell’attesa, un piccolo spoiler per voi dal Pov Bella:

“Mi stiracchio nel letto, sotto il tepore di un plaid morbidissimo tirato fin sotto al naso, le membra piacevolmente addolorate, come dopo un intenso e soddisfacente allenamento.
La camera è nell’oscurità.
Strano, perché non ricordo di aver tirato giù le tende ieri notte …
Ieri notte …
Balzo sul letto come se avessi appena preso la scossa.
Con la mano cerco a tentoni un qualche interruttore nel muro o sul comodino al mio fianco. Le dita entrano in contatto con un filo elettrico e lo scorro fino a quando non trovo il pulsante.
Un piccolo abat-jour si accende alla mia sinistra dissipando parte delle ombre della stanza con una soffice luce dorata.
Il plaid che è scivolato giù dal mio petto, mi rivela la completa assenza di indumenti.
Merda, sono nuda.
E sono anche sola.
Un profondo senso di delusione mi avvolge. Edward deve essersene andato mentre dormivo, nel pieno della notte.
La consapevolezza che sia stato molto meglio così, che non fosse affatto il caso di dormire insieme nelle stesso letto, per di più con Andy un paio di porte più in là nel corridoio, non riesce a mitigare l’amaro che sento salirmi alla gola.
Eppure il letto è ancora caldo. E il suo profumo è ancora forte.
Cercando di ravvivarmi i capelli, tutti aggrovigliati tra loro, noto un foglio, piegato con cura sopra il cuscino.”

Buona vita a tutti :*

venerdì 2 settembre 2011

Lara Adrian vs J.R. Ward: Perché leggerle entrambe?



Come molti di voi sanno, è praticamente un mese che sono senza connessione internet. Panico all’inizio, rabbia contro la signora Telecom poi, infine serena accettazione adesso. Niente da fare, non intendono sistemare l’impianto esterno fatiscente, ma continuano a rattopparlo e a propinarci un sacco di scuse: avete cambiato i filtri? Avete cambiato telefono? Avete provato a staccare il router wifi e a connettervi via ethernet? L’unica cosa che non mi hanno chiesto, la più intelligente, era domandarmi quando avrei anche cambiato gestore. “Presto”, avrei risposto, “il tempo di trasferirmi a casa nuova tra una quindicina di giorni” (<-- che poi anche qui, è tutto da vedere, ma questo è un altro post).
Comunque sia, ho avuto un mucchio di tempo per leggere. E per scrivere? Direte voi. Anche, ma senza linea le mie alucce sono tarpate, dato che tra i miei strumenti essenziali di scrittura ci sono il dizionario della lingua italiana e quello dei sinonimi e contrari. Dunque, per quel discorso lì (aggiornamento capitoli) dovrete pazientare, ma so che lo fate già fin dall’inizio ;)
Le mie letture estive sono state da “sotto l’ombrellone”, ovvero sia non troppo cervellotiche, ma improntate al relax. Ogni tanto ci vuole anche quello, specie se gli sgorbi ti assalgono a suon di macchinine da riparare o ti assoldano per rincorrerli per il giardino, quaranta gradi all’ombra, 80% di umidità e nemmeno un alito di vento.
Ebbene, ho fatto pace col cervellino allucinato e ho iniziato la saga della Ward, La Confraternita del Pugnale Nero. Trattasi di Paranormal Romance per adulti. Devo confessare subito che la mia vena perversa ha gioito leggendo qualche commento via web (a volte, miracolosamente la connessione fa capolino per, poi, dissolversi con la stessa rapidità). Pare che il sesso fosse straordinario, davvero “paranormale” a discapito, però, di una trama elaborata con non particolare cura.
J.R. Ward, che tu sia lodata.
Se per leggermi una scopata decente dovevo sorbirmi litri di chiacchiere come se stessi prendendo una purga, probabilmente avrei abbandonato immediatamente la lettura al primo libro (ce ne sono sei tradotti in italiano, più altri due pubblicati in inglese. Le pubblicazioni in Italia si fanno a settembre e a maggio se non erro, quindi, regolatevi). Non mi soffermo sul recensire, non c’è molto da dire. La trama è, appunto, semplice. I bravi sono una confraternita di vampiri guerrieri, buoni ma non troppo, mentre i cattivi sono degli esseri senz’anima che più cattivi non si può. Una lotta senza fine, ovviamente.
Partiamo dal presupposto che questa cosa dei “confratelli” mi ha esaltato da subito. Sarà che me li immagino tutti insieme mentre … ehm … uhm …  attendono ai loro compiti, diciamo. Ogni libro tratta un personaggio e la sua storia (compresa quella d’amore, of course) e ogni personaggio è diverso dagli altri. C’è suspance al punto giusto, c’è dolcezza (ancora più dolce perché viene da omoni grandi e grossi che farebbero paura anche all’uomo nero), e c’è sesso. Tanto tanto sesso. Forse, all’inizio, il linguaggio particolarmente esplicito mi ha un secondo disturbata, ma nemmeno poi troppo. E’ una caratteristica dell’autrice, ma è ben inserita nel contesto, perché la Ward è molto diretta e intensa.
E i protagonisti sono sempre dei super, è vero, ma hanno le loro debolezze sulle quali l’autrice non si risparmia mai, anzi, ci gioca parecchio. E anche i personaggi femminili acquistano una certa femminilità, cosa che un po’ si è persa a ben guardarsi in giro. I libri che ho apprezzato di più, il primo e il quinto, hanno proprio dei personaggi femminili tosti che strada facendo riscoprono il loro lato più delicato grazie all’irresistibile determinazione di quelli che diventano i propri compagni.
Tratto dal quinto libro, quello di V (Grazie cara autrice anche per aver scelto di usare solo le iniziali invece dei nomi, risparmiando al mio cervello un surriscaldamento inutile):

” «Voglio che mangi questa roba», insistette lei, guardandolo. «In qualità di suo medico curante...»
«Mi rifiuto di mangiare dal suo piatto.» Per l'amor del cielo, nessun vampiro degno di questo nome avrebbe mai sottratto il cibo alla sua compagna, neanche se stava morendo di fame. I bisogni della femmina avevano sempre la precedenza su tutto il resto”.

E ancora, una delle scene più erotiche che abbia mai letto, sempre dal libro di V, mentre la dottoressa che lo ha salvato da un attacco dei lesser (i cattivi di cui sopra) provvede a lavare il guerriero convalescente, nudo, sul letto con una pezzuola bagnata:


”«Jane? Guardami.» Come se fossero sotto il controllo del paziente, i suoi occhi si alzarono lentamente fino a incontrare quelli di lui. «Non la mia faccia, Jane. Devi guardare la mia mano. Subito.»
Lei ubbidì; non la sfiorò nemmeno il pensiero che poteva anche non farlo. Appena lo fece, la mano guantata lasciò andare le lenzuola e si chiuse intorno al membro turgido. Soffiando fuori il fiato tutto in una volta, il paziente fece scorrere la mano su e giù, lungo la verga, il cuoio nero del guanto in netto contrasto con il rosa acceso del suo sesso. Oh... mio... Dio.
«Vuoi farlo tu, vero?» disse lui in tono aspro. «Non perché mi desideri, ma perché ti stai chiedendo come sarebbe, e cosa mi succede quando vengo.» Intanto continuava ad accarezzarsi e lei non capiva più niente. Era stordita, completamente,
«Non è così, Jane?» Aveva il respiro sempre più corto. «Vuoi sapere cosa si prova a toccarmi. Che versi farei. Che odore avrei.»
Non stava facendo di sì con la testa, vero? Cazzo, sì che lo stava facendo.
«Dammi la mano, Jane. Lascia che la posi qui sul mio corpo. Anche se la tua curiosità è puramente professionale, voglio che tu mi faccia venire.»”

Bene, penso di aver detto tutto quello che serve … *ammicca*
Per concludere con la Ward, direi che ci troviamo dinnanzi ad un ottimo prodotto commerciale, a mio parere, che si inserisce in un momento storico particolarmente favorevole. Quindi, alla Ward dieci e lode per capacità e furbizia.
Dopo essermi tirata i sei libri in italiano (scorrono via che è un piacere, vi assicuro), ho preso ad informarmi su autrici che bazzicassero lo stesso genere. Una nota di merito a Larissa Ione con Brivido eterno da cui traggo questo stralcio:


“Ansiosa di raggiungere il piacere definitivo, gli strinse forte le gambe
attorno alla vita conficcando i talloni dietro le sue cosce.
Eidolon reagì ringhiando, puntellò i gomiti all'altezza della sua testa e
cominciò a spingere più velocemente. Infilando una mano sotto l'uniforme
ospedaliera, Tayla accarezzò le protuberanze dure della sua spina dorsale, i
muscoli contratti della schiena, i glutei tesi che si contraevano ulteriormente
sotto le sue dita.
«Di più. Più forte.»
Eidolon staccò le labbra dalle sue. «Più forte?» Con una spinta forte e
potente, il letto si spostò in avanti. «Dimmi quanto di più.»
Parlare sembrò impossibile quando lui le sollevò i fianchi e la montò più
forte e più a fondo, facendole scorrere il fuoco nelle vene. «Così» disse lei tra
un respiro affannoso e l'altro. «Continua così.»”


Ecco, siamo sempre nel campo degli esseri soprannaturali, dove lui è un demone Seminus (nel nome c’è il fulcro del discorso).
Nota di profondo demerito per Laurell Hamilton e la saga di Merrie Gentry. Vabbè che sono letture estive, vabbè che non devono essere troppo elaborate, va bene tutto, ma una porno collection senza capo né coda, è troppo squallida perfino per la parte più animalesca di me. Non avevo mai abbandonato un libro senza concluderne la lettura fino a questa autrice. Ekekazo ù.ù (<- libera citazione di L_fy, di cui vi consiglio senza ombra di dubbio questa storia)
Vagando vagando sono incappata in Lara Adrian e la sua Stirpe di Mezzanotte (saga anche questa, cinque libri pubblicati in Italia, nove in America, mi pare).
Allora, io nutro un istintivo disgusto per le scopiazzatrici in generale e di certo la Adrian ha scopiazzato la Ward. Anche qui ci sono i vampiri buoni e al posto dei lesser ci sono i vampiri tossici di sangue umano. Anche qui c’è un covo dove tutti i buoni vivono ammucchiati insieme (adoro questa cosa dell’ammucchiata, non posso farci nulla) e si chiamano fra loro fratelli. Come stile siamo parecchio al di sotto della Ward e nelle mie intenzioni non avrei proseguito oltre il primo libro. Non ci vedevo elementi innovativi in una storia che pareva solo voler ombreggiare la Confraternita del Pugnale Nero, ma poi ho letto i ringraziamenti finali, tra cui quelli a Jessica Bird (di cui J.R.Ward è lo pseudonimo).
Ammazza, ho pensato, questa la copia e ci lascia pure i credits. Ma siamo in America, un passo avanti ovunque (mi dicono ù.ù), e se la Ward non ha portato la Adrian in tribunale un motivo ci sarà.
E allora ho continuato a leggere anche gli altri libri.
La conclusione è questa. Dopo i primi due libri la Adrian si slega completamente dalla Ward e ne colma le lacune in maniera perfetta. In particolare pone l’accento sul morso vicendevole (umano-vampiro) e lo connota di un significato erotico straordinario. Il terzo libro, quello di Tegan, supera tutti quelli letti finora nel genere Paranormal Romance in toto, senza alcun ombra di dubbio. Il personaggio maschile è … è. Punto. Quello femminile è il più cazzuto letto fino adesso. Almeno quattro o cinque volte ho interrotto la lettura, alzando gli occhi al cielo e pensando “Maduuuuu”, rinfocolando l’estasi mistica della lettrice completamente rincoglionita.
E allora, sì. Chi legge/ha letto la Ward e non è ancora sazia di lettura d’evasione deve leggere anche la Adrian e viceversa.
Consideratele uno strascico dell’estate che volge al termine, un rimpolpare gli ormoni prima del gelido inverno, uno staccare la spina per chi anche in questi mesi estivi non è che si sia poi rilassata davvero.
Consideratele un modo per coccolare lo spirito e il corpo dai quali tanto spesso pretendiamo più di quanto possano darci XD
Buona lettura :*

giovedì 25 agosto 2011

Un dono prezioso

Tengo particolarmente a questo meraviglioso dono che un'amica ha voluto creare per me ispirandosi alla lettura dell'ultimo capitolo di Una sera.
Lo inserisco qui, in attesa di trovare una locazione migliore che dia il giusto risalto al talento di Giada Zaottini.

Grazie cara, non mi stanco mai di rimirarlo *_______*

Per una migliore visualizzazione, vi lascio anche un link.

sabato 9 luglio 2011

Spoiler cap.30

Essendo stata, quella di oggi, una giornataccia per motivi che molti di voi, che seguono sia me che Mirya, purtroppo conoscono, cerco di rallegrare un po' gli animi generali e vi lascio uno spoilerino del prossimo capitolo (stato dell'arte: più o meno 2/3 già scritti).
Sarà un capitolo carino, con un po' di batticuore e chissà ... ancora non l'ho finito.


Dal Pov Edward.

"«A che ora cena di solito Andy?» domando, sollevando lo sguardo sui miei compagni di viaggio.
Isabella sembra riscuotersi come da una sorta di torpore. Batte rapidamente le palpebre volgendo lo sguardo verso di me. «Alle sette, in genere».
Annuisco segnando l’appunto sull’agenda. Appena arriverò in studio, esporrò il problema a Corinne. Avendo due figli, saprà certamente di ristoranti gradevoli e attrezzati per famiglie che possano rispondere alle nostre esigenze.
«Perché mi fai questa domanda?» mi chiede esitante.
«Dovrete mangiare. Volevo sapere per che ora prenotare un tavolo.» Chiarisco sorridendo al suo sguardo spaesato.
Isabella si muove a disagio sul sedile, sistema meglio Andy sulle sue ginocchia. «Possiamo cenare in camera … non è necessario che ti prenda tutto questo disturbo» mormora fioca.
«Bella, non è un disturbo per me cenare con voi» ribatto lievemente irritato. «Se siete stanchi del viaggio …» lancio un’occhiata eloquente ad Andy nel pieno delle forze dopo il riposino in aereo «… allora è un altro discorso. Facciamo così: ti chiamo un po’ prima e mi fai sapere. Ma dubito che Andy si calmi in fretta. Sembra ancora su di giri per le novità».
Isabella guarda sconsolata suo figlio e annuisce rassegnata.
Sarà una dura lotta farle capire che nessuno dei due rappresenta un problema per il sottoscritto. In questo viaggio come per tutto il resto."


Come sempre, grazie della vostra pazienza, un abbraccio forte a chi oggi è un po' triste e buon mare/montagna a chi si appresta alle vacanze!
Baci :****

lunedì 4 luglio 2011

Recensione: "Proibito" di Tabitha Suzuma

Avendo scoperto le meraviglie dell’I-Phone che mi consente di leggere ovunque e in qualunque momento, ed essendo impossibilitata a scrivere come si deve dato che i miei sgorbi stanno prosciugandomi tutta l’energia e la concentrazione, sono diventata uno di quei mostri che camminano con il cellulare alla mano e ha deciso di perdere la vista strizzando gli occhi per mettere a fuoco le parole sul maledetto display.
Con il ritmo di parecchi libri a settimana, mi è capitato “Proibito” di Tabitha Suzuma tra le mani (ops, sul display di cui sopra).
Proibito necessita di una recensione.
Leggendo le grandi lodi tessute da persone che stimo, l’ho guardato con sospetto per un po’, poi ho deciso di iniziarlo e in un giorno l’ho bruciato.
Bruciato è la parola adatta.
Non posso individuare il momento preciso in cui ho capito che questo libro era un grande libro. Leggo con curiosità, forse un po’ di scetticismo e nostalgia le storie incentrate su personaggi adolescenti. Spesso chi le scrive si perde nel ragionamento un po’ contorto e romantico dell’età e, suo malgrado, connota i caratteri del proprio giudizio personale e a me questo non piace. L’autrice di questo libro, non lo fa, pur descrivendo una realtà amara attraverso gli occhi proprio di due ragazzi. Quello che mi ha colpito subito è stato che i due adolescenti erano tutto, tranne che ragazzi della loro età. Erano genitori dei propri fratelli, adulti loro malgrado, che si occupano di mandare avanti una casa, di pagare le bollette, di fare la spesa, di sorvegliare e disciplinare le teste più calde della famiglia. Maya e Lochan diventano la madre e il padre della loro madre, sono, già dalle prime pagine del libro, degli adolescenti mancati che hanno fatto un salto temporale tra l’infanzia e l’età adulta.
Eppure, non perdono mai la loro innocenza, il loro candore di bambini. Vivono ogni giorno il peso delle responsabilità, senza riuscire a gestire la frustrazione e lo stress che non sarebbe mai dovuto toccare loro, sentendosi  sempre dei disadattati nel mondo reale che dovrebbe vederli come dei diciassettenni e basta. Ma nelle mura della loro casa, non lo sono da tempo e questa è una frattura che non possono più ricomporre, nonostante gli sforzi, semplicemente perché non è loro compito.
La percezione della realtà che hanno è l’unica che conoscono, i soli conforti che trovano sono quelli che hanno l’uno per l’altra. Ed è proprio nell’affrontare la quotidianità che ad un tratto si trovano ad essere insieme la sola ancora di salvezza a cui potersi aggrappare per non affogare.
Lottano, scalciano, cadono, cercano di rialzarsi. E amano. Amano tanto, in modo puro, in modo disperato.
Finire questo libro è stata una liberazione e un dolore. E un dispiacere. Come se fossi entrata di soppiatto nella loro vita dura e difficile e fossi restata impotente, come madre, senza poterli aiutare, confortare e sostenere.
Un libro per tutti, ma soprattutto per chi è un genitore.
Fate un bel respiro ed iniziatelo.

lunedì 13 giugno 2011

Piccolo aggiornamento di stato

Amici,
volevo rassicurarvi sulla ripresa a ritmi più sostenuti della scrittura. Sono a metà del cap.29, un po’ per mie difficoltà personali riguardo la mia famiglia, un po’ perché si tratta di un capitolo molto complesso. Visto che avete atteso tanto, vorrei darvi un aggiornamento ricco, senza doverlo spezzare in un punto delicato per poi proseguire nel prossimo.
Vi ringrazio della pazienza che dimostrate, delle bellissime parole di conforto che mi avete donato, specie privatamente, delle manifestazioni di affetto e di solidarietà per questo brutto periodo che sto attraversando, ma che pare avviarsi a tempi migliori.
So che avete aspettato tanto e mi scuso davvero. Ma vi ripeto: non temete che non lascio nulla di incompiuto.
Un piccolo spoiler dal Pov Bella, nell’attesa del nuovo aggiornamento: 

"«Non ha mai preso un aereo, giusto?» domanda con un sorriso.

Scuoto il capo, sospiro: «No».

«Un po’ di entusiasmo è normale, non credi? Dovresti lasciarti contagiare da lui, sei troppo sulle tue. Il viaggio fino a Chicago diventerà un incubo …» commenta con snervante pacatezza.

Attendo di avanzare un po’ nella fila, fin quasi al primo scalino, per avere il tempo di ricacciare in gola la risposta acida sulla mia presunta – ma nemmeno poi tanto – rigidità da tipica guastafeste che rovina la scampagnata a tutti e mi volto nuovamente verso di lui, tenendo bene Andy dall’altro lato: «L’entusiasmo è davvero l’ultima delle mie emozioni in questo momento. Sai quanti aerei sono precipitati quest’anno?»

L’occhiata che mi riserva non è beffarda, né canzonatoria, bensì concentrata: «Vuoi il numero o ti basta la statistica?»

Lo fisso irritata: «Io lo conosco il numero, mi chiedevo se lo sapessi tu».

«Isabella» inizia con tono paternalistico «se tu prendessi un aereo ogni giorno della tua vita, ci sarebbe una possibilità su cinquemila che possa precipitare. La percentuale è davvero bassa, ti assicuro. Hai più rischio di incorrere in un incidente domestico che di salire su questo velivolo» e con il capo accenna all’aereo che incombe su di noi.

«Caro avvocato» rispondo con un sorriso agghiacciante «se sull’aereo ci sale mio figlio, ti assicuro che una possibilità su cinquemila è un numero fin troppo elevato. E, poi,» proseguo alzando il mento in alto con sfida «le tue nozioni sono errate. La statistica precisa è superiore all’un percento, se proprio vogliamo fare i saputelli …»

Inarca fastidiosamente un sopracciglio in su, e la sua espressione sfiora quasi la vetta della saccente incredulità.

Una roba da far perdere la pazienza anche a Giobbe.

E, poi, subentra l’implacabile movimento della mascella e devo sforzarmi davvero parecchio per distogliere gli occhi da quelle labbra succulente che si sporgono per un istante e poi si distendono in un mezzo sorriso destabilizzante, prima che parole carezzevoli sfiorino il mio orecchio sinistro e il suo respiro si infranga contro la mia guancia: «Dì la verità … ieri hai trascorso la serata a documentarti su internet».

Grazie a tutti voi :*****

venerdì 20 maggio 2011

Teaser Cap.28

Questo teaser si riferisce ad un personaggio chiave del prossimo capitolo che posterò appena riesco a trovare un po' di tempo per rispondere alle vostre meravigliose recensioni.
Mi scuso se ci saranno dei ritardi rispetto ai tempi previsti.
Grazie a todos :*

domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua e ...

Il mio personale augurio di Buona Pasqua per tutti voi, cari amici *__*
Trascorrete una buona giornata, mangiate, scherzate e divertitevi. 
A questo giro, nessun teaser, ma uno spoilerino:

"«Questa volta c’eravamo quasi» sussurra, il respiro ancora un po’ affannoso, che mi solletica il petto nudo.
Il suo capo sussulta sul mio torace mentre rido sommessamente, gli occhi chiusi - uno stato di completa beatitudine e appagamento a pervadermi - e le sue labbra si distendono in un sorriso che avverto sulla pelle, lì dove poggia la sua guancia.
«Che peccato» prosegue, una traccia di divertimento nella voce seriosa.
Apro lievemente un occhio, lancio uno sguardo pigro al letto perfettamente intatto poco distante da noi, distesi nudi sul parquet della mia camera –Isabella distesa su di me, a mia volta disteso sul parquet - e abbasso la palpebra, inspirando ed espirando tra i suoi capelli: «Non mi sembravi così dispiaciuta due minuti fa» commento calmo."