Due paroline sul Read Along.
All’inizio ero molto, molto scettica.
Avendo i minuti contati per fare tutto, spesse
volte la lettura di un libro deve incastrarsi in momenti rubati tra un impegno
e l’altro, in modo molto disordinato e con l’effetto “risucchio” (specie se
trattasi di un libro da cui non ci si riesce a staccare). Chi di noi non ha mai
pensato almeno una volta “vabbè, un altro capitolo e poi basta per stanotte?”
(sempre più di rado, ultimamente. Purtroppo.)
Bene, se vi riconoscete nella descrizione del
lettore tipo di cui sopra, allora il Read Along è un’esperienza da provare.
Analizziamo i fatti:
1) Minuti
contati: malissimo. All’interno di una giornata è necessario ritagliarsi il
proprio spazio SEMPRE (lo dice una che non lo fa quasi mai). Ci serve per
ricaricarci, per staccare, per far sì che gli altri si stacchino da noi e
capiscano che non siamo robot. Il Read Along è un appuntamento con le amiche. È
quel caffè che nemmeno si ha tanta voglia di prendere, ma che rappresenta la
scusa perfetta per fare quattro chiacchiere, scambiarsi opinioni, semplicemente
rilassarsi. È un momento per noi, quello che scegliamo di condividere con chi
vogliamo.
2) Effetto
“risucchio”: fa male pure questo. Tirarsi un libro in un respiro può essere affascinante
(per lo più stressante. Specie se a notte fonda cercate ancora di decifrare le
parole), ma non necessariamente è indice di gradimento. Alcuni libri possono
farsi pure leggere rapidamente, ma poi lasciano ben poco. Il Read Along, fatto
come si dovrebbe, disciplina il lettore. Fermarsi un giorno a riflettere sulla
tappa raggiunta, insieme ad altri lettori che sono al vostro stesso punto, non
è solo un momento di condivisione, ma un’occasione di crescita. A ben vedere, ogni
volta che ci imbattiamo in un punto di vista diverso dal nostro, cresciamo.
Anche se non siamo concordi, anche se dissentiamo. Alla base di tutto c’è la
riflessione e un cervello pensante è un cervello attivo, critico, consapevole.
OK, ma se il libro che è stato scelto non mi piace?
Non partecipate. O lo fate e spiegate le vostre motivazioni. O
aspettate il prossimo.
Il mio primo Read Along è stato una sorpresa sconvolgente. Si
parte da un commento o da una citazione del libro e si attraversano tutte le
gradazioni di conoscenza virtuale fino a scoprire che un altro lettore su quel
punto che voi avete tanto amato, magari ha pianto perché gli ha rammentato un
ricordo del passato. E allora qualche ricordo sovviene anche a voi e, nel clima
di complicità che si instaura, potreste volerlo condividere, o anche no.
Il punto non è sapere i fatti degli altri. Il punto è che
quella che normalmente sarebbe un’esperienza solitaria si trasforma in un’attività
corale. E che vi divertirete.
Questo è il motivo per cui mi sento di consigliarvi caldamente
di partecipare a un Read Along ideato e condotto da Annachiara, del blog Please Another Book.
Non ha importanza che libro scegliate, è importante come vi
ponete.
Non ci sono obblighi particolari, ma scoprirete che è stupendo
scorrere le notifiche di Goodreads è riconoscere in un lettore lo stesso vostro
banner nello status, oppure aprire facebook e trovare citato quello stesso
passaggio che ha tanto colpito anche voi, o scoprire che Mirya è stata bannata
perché spoilera i finali a tutti dopo 34 minuti dall’inizio della lettura.
Ecco, il 20 ottobre le meravigliose donne della Banda dei Read
Along, capeggiate da Annachiara, daranno l’avvio al #PABTrevRA (acronimo di
Please Another Book Trevor Read Along) a cui potete partecipare tutti, anche in
corso d’opera.
Vi va?
Mi auguro di sì.
E allora che aspettate?
Andate qui e leggete il regolamento!