Cari amici,
a fronte di due mesi e mezzo
dall’inizio del lavoro di rielaborazione della mia storia posso fornirvi
qualche piccola coordinata.
Si è a lungo discusso con le mie
editor (pensate un po’, ne ho due. Così che mi possano fare il sedere a quadri
e non solo a strisce) sulle impostazioni narrative di base. Più di un mese è
stato necessario per decidere i tempi verbali e l’uso della persona, un paio di
settimane per stabilire cosa differenziasse un libro da una ff e cosa
differenzia i nuovi personaggi da quelli che erano in bozza (ho dovuto stilare
anche un elenco di dieci caratteristiche distintive tra i vecchi e i nuovi
protagonisti. Ci ho messo una settimana -.-‘) , tutte le ore della mia giornata
(e molte delle loro) per riflettere su quale sarà il senso dell’eros di questo
libro.
Vi porto a conoscenza della
luminaria che mi si è accesa nel cervello a botta di invii in allegato del
capitolo X e dell’X(1), X(2), X-bis, X-ri-rivisto, X sbrindellato e
sanguinante, e così via.
Non c’è nulla di più semplice che
prendere una ff, cambiare nomi cose città e schiaffarla su carta o formato
elettronico. Basta rivolgersi ad uno di quei siti che “fanno tutto al posto
vostro”, anche la pipì. E basta guardarsi allo specchio e ripetersi ogni
mattina il motto del giorno: “sono bella, sono figa, sono una scrittrice”.
Poiché non sono né bella, né
figHa, e di sicuro non penso di essere una scrittrice, mi sono armata di grande
umiltà e ho sottoposto le prime revisioni al giudizio obiettivo di persone competenti.
E, naturalmente, me le hanno rimandate indietro zeppe di commenti.
Sorvolando sul mio rapporto
controverso con le virgole e l’ipercorrettismo, c’erano altri due problemi
fondamentali: A) staccarmi dai ritmi della fan fiction; B) gestire il sesso
(non quello della mia vita, ma quello del libro). Che poi, sembrano
caratteristiche a sé stanti, ma non lo sono affatto.
Per una ff i tempi di lettura sono
molto lunghi (nel mio caso, biblici). È
necessario mantenere alto il livello d’interesse: ci si deve anche dilungare
nella narrazione per far recuperare il filo del discorso tra un aggiornamento e
l’altro ma, nel contempo, stuzzicare la curiosità; spesso vanno inserite delle
lemon ad hoc per far sì che i protagonisti facciano un po’ di sana ginnastica
per le vene varicose.
L’impostazione
di un libro è diversa (che non significa migliore o peggiore). I personaggi
vanno inquadrati subito; lo spazio per farli crescere è un libro intero certo,
ma temporalmente parliamo di giorni, forse poche settimane (non per me. Quando
sono in vena posso anche spazzolare un libro al giorno). I tempi della
narrazione sono, dunque, molto diversi ma lo sono soprattutto i personaggi. La
loro evoluzione deve essere coerente con la storia, ma anche descritta con
lucidità. Le seghe mentali sono off-limits.
Il
sesso.
Senza
nulla togliere ai libri in cui la trama generale si sostiene su pilastri di
peripezie sessuali varie che, in determinati periodi storici, ho prediletto
anche io (la Ward e la Adrian, per citarne un paio), questo non sarà un libro
erotico, ma racconterà anche l’erotismo (e se ne parlerà. Il sesso è ovunque e
non vedo la ragione di oscurarlo, ma nemmeno quella di ostentarlo).
Poiché
ho un lavoro, una famiglia, un elenco giornaliero di cose da fare e di certo
non ho la presunzione di pensare di arricchirmi con la pubblicazione di un
libro (specie in Italia), né ho necessità di trovare la maniera di occupare il tempo,
con questa storia intendo innanzitutto comunicare, perché proprio sul sesso e
sull’importanza che riveste nella vita delle persone penso ci sia qualcosa da
dire.
E cosa ci vuoi dire,
dunque?
Voglio
dire che quasi a metà percorso di rielaborazione sono soddisfatta del lavoro
svolto finora, grata alle mie editor per il tempo, le competenze, le
riflessioni che mettono al mio servizio sottraendolo a momenti che potrebbero
dedicare alle rispettive famiglie, orgogliosa del file “Tagli” che più si
allunga più mi fa sentire in grado di pedalare senza rotelle (nonostante
all’inizio ne fossi, proprio come i bambini, terrorizzata), stanca di rileggere
al mattino come facilmente sappia virare dal passato remoto al presente quando
mi ostino a correggere un paragrafo dopo mezzanotte.
E
poi sono impaziente. Di mostrarvi come anche nella terra arida è possibile
trovare un fiore meraviglioso da coltivare con pazienza, rigore, impegno e
nutrire di sogni. Che è possibile avvampare leggendo una scena erotica anche
senza essere costretti a munirsi di navigatore satellitare.
Che
vale sempre la pena di mettersi in gioco nei progetti lunghi e laboriosi
perché, se da un lato ci sottrarranno tempo e salute, sono proprio quelli i
percorsi da cui trarremo maggiore soddisfazione e forza per tutto il resto.
A
me sta succedendo. Sto sostenendo ritmi pazzeschi e non mi sono mai divertita
tanto.
Ma
in fondo è così: i ricordi dei viaggi più divertenti che ho fatto sono quelli
in cui mi perdevo per strada.